L'emergenza pandemica sta mostrando un impatto ambientale non indifferente: il numero degli imballi e dei prodotti in plastica monouso è cresciuto moltissimo a causa della riduzione della circolazione e dell'incremento degli acquisti online e della maggior fruizione dei pasti da asporto, motivati anche dalle normative sull'igiene che hanno imposto l'utilizzo posate, piatti e bicchieri monouso.
Oltre a questo c'è stato un aumento globale della richiesta di dispositivi di protezione individuale (guanti, mascherine, occhiali, tute ecc.); all’inizio dell’emergenza l'Organizzazione mondiale della sanità aveva stimato, ogni mese, la necessità di 89 milioni di mascherine mediche a livello globale, insieme a 76 milioni di guanti da visita e 1,6 milioni di set di occhiali.
Le abitudini sono cambiate, molti ristoratori sono passati dai contenitori riutilizzabili a quelli usa e getta, gli studi medici distribuiscono buste in plastica dove riporre gli effetti personali e calzari; molti esercizi, per normativa o per eccesso di zelo, li hanno seguiti a ruota, buttando insieme alla plastica tutti i buoni propositi di qualche anno fa sul riciclo e sullo spreco.
Sebbene i prodotti in plastica usa e getta abbiano svolto un ruolo importante nella prevenzione della diffusione della malattia a breve termine, tutto questo ci ha fatto perdere le buone abitudini guadagnate a fatica nell'ultimo decennio.
Oltre a questo l'impatto economico della pandemia ha visto un calo dei prezzi globali del petrolio, rendendo significativamente più economico produrre nuova plastica piuttosto che utilizzare materiali di riciclo, generando un impatto fortissimo sullo smaltimento dei rifiuti.

Tu come la pensi?
Dicci la tua, il covid ha cambiato in meglio o in peggio le tue abitudini riciclone?